In coerenza con le linee guida indicate dall’agenda 21 che cita: “Valorizzazione del sistema dei parchi urbani genovesi e delle aree di pregio a valenza naturalistica-ambientale non istituzionalizzate”, riteniamo che la destinazione d’uso dei fondi delle aree ex-industriali intorno a Ponte Carrega avrebbe dovuto essere molto diversa rispetto alle trasformazioni e alla qualità architettonica approvata. Per queste aree infatti l’agenda 21 auspicava la“promozione di nuovi regolamenti edilizi orientati alla sostenibilità e all’uso di tecniche di bioedilizia”.
Di seguito segnaliamo un intervento del Prof. Renzo Rosso, ordinario di costruzioni idrauliche e marittime e idrologia al Politecnico di Milano, sul >> secolo XIX del 23.08.2013 << riguardante l’area ferroviaria di Terralba
Per mitigare l’impatto delle trasformazioni in atto preso Ponte Carrega, riteniamo necessario innestare attorno alle aree di servizio previste, interventi qualificanti che siano in grado, citando sempre l’agenda 21, di garantire la “valorizzazione dell’attività agricola, non commerciale – soprattutto periurbana – tutela della biodiversità anche con forme d’assistenza colturale” () “valorizzare le esperienze delle singole realtà associative della Valle, e per favorire la ricostruzione del senso d’identità”, per questo l’associazione ha chiesto all’amministrazione di dotare il quartiere di spazi verdi pubblici per realizzare orti urbani e nuovi centri di aggregazione. Visti gli alti costi di manutenzione l’associazione si prenderebbe carico della gestione della concessione e della sua manutenzione. Vedremo quali saranno le risposte…
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