In occasione della riapertura dell’Arci gli Amici di Pontecarrega hanno organizzato la presentazione del libro sulla banda XXII Ottobre “Animali di periferia” della giornalista di Repubblica Donatella Alfonso. Si voleva far tornare il racconto di quegli anni nel quartiere in cui tutto era nato, si volevano far parlare gli abitanti, i testimoni di quei tempi, chi conosceva i Tupamaros della Val Bisagno e chi, nativo del posto, poteva dare una spiegazione del perchè quella banda fosse nata proprio lì. Alla presentazione hanno partecipato fin da subito due membri della banda seduti tra il pubblico: Augusto Viel e Gino Piccardo hanno dato vita a un dibattito molto vivace con Donatella Alfonso e il presidente della Fondazione della Cultura di Palazzo Ducale, Luca Borzani ( che ha poi lasciato il dibattito dopo un duro scontro verbale con lo stesso Piccardo). Si sono susseguite testimonianze e interpretazioni diverse, tra chi difendeva le scelte della Banda e chi invece la accusava duramente. Donatella Alfonso ha tracciato il filo narrativo della storia, dalla resistenza tradita dal PCI fino alle interferenze di Radio Gap, dal ritorno di Rossi a Genova il 22 ottobre 1969 fino all’omicidio di Floris nella primavera del 1971 moderate in maniera encomiabile dalla stessa Alfonso in una sala affollata e molto rumorosa. Infine la sala gremita si zittisce: Mario Rossi, fino ad allora rimasto in silenzio appoggiato ad una colonna, si avvicina al tavolo dei relatori per intervenire. Per la prima volta dopo quaranta anni parla in pubblico per spiegare il suo punto di vista e la sua posizione. Lo fa con carisma e autorevolezza e il suo parlare è fluido e sicuro: racconta l’imperdonabile errore dell’uccisione di Floris che ha cambiato la storia e la sua storia personale. Racconta le origini, le azioni di sabotaggio sulle frequenze Rai, le prime azioni di cospirazione. Il mondo stava cambiando: non si poteva stare fermi alle finestre aspettando che tutto passasse facendo da spettatori. Questo, sembra dirci, animava lo spirito iniziale dei Tupamaros della Val Bisagno: poi la lotta armata e l’assassinio di Floris per cui Rossi ha pagato il suo conto con la giustizia e da cui nasce il dibattito più acceso col pubblico: quell’assassinio contribuì a fare il gioco della destra?
Alla fine, finito il dibattito e continuata la discussione anche al bancone del bar, i tre, insieme, si allontanano da Piazza.
Repubblica dedica questa mattina all’evento storico tenutosi sabato 23 novembre una pagina, sia in formato digitale che cartaceo: http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/11/25/news/mario_rossi_in_piazzale_adriatico_la_nostra_lotta_sbagliata-71876635/
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