L’attività sociale volta a superare il concetto di Periferia e la riscoperta del Bello, unito agli altri temi sociali ed ambientali che contraddistinguono la nostra attività e i nostri scopi statutari, ci ha portato, come avrete visto negli ultimi mesi, a superare i confini del quartiere arrivando ben al di là delle nostre aspettative finanche all’estero. L’attività svolta dalla nostra associazione e i temi generali da noi trattati hanno riscosso interesse e consenso tanto da essere menzionati in una tesi di laurea magistrale in Metodologie Filosofiche (curricilum etico-politico) della Scuola di Scienze Umanistiche della Università degli Studi di Genova ed opera della dott.ssa Maddalena Mari. La tesi di laurea parla delle tecniche di mediazione volte a semplificare i rapporti tra le persone e la comunicazione tra i vari gruppi. Ospitiamo il contributo della dott.ssa Mari scritto appositamente per il nostro sito.
La comunicazione tra gli umani è molto avanzata da punto di vista tecnologico, ma è diventata più difficile la comunicazione diretta tra le persone.
Si ha bisogno di costruire ponti tra identità diverse: tra le persone, tra i gruppi, tra i quartieri, tra i cittadini e le istituzioni. Un metodo per farlo è quello della mediazione, da sempre usata in varie società, da tempi lontanissimi.
Oggi fare “mediazione nella comunità” diventa non solo un modo per recuperare rapporti umani in maniera che riescano a far superare conflitti e differenze, perché questi si trasformino in processi di sviluppo positivi, ma anche un modo di fare politica “dal basso”.
Un modo di restituire equità tra le parti in gioco. Anche i cittadini “normali” (la casalinga, l’impiegato, l’artigiano, il commerciante, l’insegnante, il pensionato, anche i bambini quando li si lascia sviluppare il dialogo) possono avere un ruolo e un peso nel quadro generale, a patto di rispettare la “giustizia procedurale”,. Nelle società pluralistiche e democratiche giungere ad un accordo sulle questioni di sostanza è molto arduo. Ѐ invece possibile concordare i principii e le regole secondo le quali costruire il nostro dialogo, come strutturarlo. Le parole, i gesti costruiscono le situazioni.
E’ quanto accaduto a Ponte Carrega. Cittadini “normali” hanno preso in mano la situazione che stanno vivendo, non accettando di subirla e hanno trasformato un disagio grave, una questione di fondo come la qualità della vita in un quartiere di periferia, soggetto alle alluvioni, in opportunità per informarsi, fare cultura, riscoprire la bellezza, condividere idee con altri cittadini, genovesi – e ora anche Europei – e creare confronto con istituzioni e con realtà economiche molto importanti.
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