Condoni o politica spregiudicata del territorio?
Il nuovo edificio a Ponte Carrega (più conosciuto come edificio per il “Bricoman”) è stato regolarmente concesso in deroga al piano di bacino grazie al principio dell’invarianza idraulica per cui è possibile costruire a dieci metri da un torrente con opportune opere idrauliche. Nessun condono quindi ma una precisa volontà politica di aumentare il valore esposto di zone ad alto rischio idrogeologico. Lo si è fatto in nome di una economia spregiudicata che sacrifica l’ambiente, il paesaggio, il territorio e il futuro delle prossime generazioni che si troveranno difronte a un territorio marcio e cementificato da bonificare.
In questo luogo è stato concesso di edificare tre volte il costruito (passando da 15.000 mq a 49.000) – il titolo edilizio è stato concesso il 30.07.2012 senza ripensamenti da parte dell’attuale giunta , circa otto mesi dopo l’alluvione del 4 novembre 2011.
La stessa amministrazione, un mese dopo la concessione del titolo, emette un ordinanza di sgombro in caso di eventi di allerta 1 e 2 per i piani terra delle abitazioni poste immediatamente a valle del cantiere. Questa limitazione d’uso è ancora oggi in vigore
A denunciare tutto questo siamo stati presi per dei folli. Il Vicesindaco Stefano Bernini aveva anche affermato “..sa benissimo il costruttore che non potrà usare quel manufatto se non avrà fatto i lavori dal punto di vista idrogeologico….” Ma di che lavori sta parlando il Vice Sindaco? I lavori che si stanno concludendo sono sole opere idrauliche e nulla si è fatto sulla parte “geologica” del rischio. Nulla è stato fatto per la sistemazioni dei versanti e le nuove opere idrauliche saranno presto compromesse da ciò che i versanti sono in grado di riversare sul torrente. Già oggi, a opere idrauliche non ancora completate, si notano già grandi massi precipitati sul greto del torrente appena ripulito, da ieri c’è anche una frana e monte di tutto ciò hanno lasciato persino una diga fatiscente del vecchio stabilimento cementificio.
Chi fermerà le innumerevoli frane in formazione sul vicino versante che rischiano di riversarsi sul torrente con enormi quantità di materiale? La sezione calcolata per garantire la così detta “sicurezza” presto si ridurrà vanificando i lavori eseguiti e se non si adopererà una manutenzione periodica di pulizia il rischio idrogeologico sarà più alto di prima. Il valore esposto di queste zone presto aumenterà perché in questo luogo saranno attratte migliaia di automobili e persone. Per raggiungere il centro commerciale non esistono strade di accesso che non siano in zone allagabili ad alto rischio. Sappiamo che per l’effetto del cambiamento climatico aumenterà la frequenza di fenomeni di pioggia in grado di trasformare qualsiasi strada in un fiume. Ormai è esperienza di tutti che non basta regimare i fiumi per rendere il rischio idrogeologico accettabile.
Sulla bontà delle nuove opere idrauliche svolte sul Rio Mermi vigileremo ancora perché con valori di pioggia molto inferiori rispetto il 2011, lo scorso 9 ottobre, si sono verificati ancora gravi episodi di esondazione in corrispondenza del ponte stradale poco prima della confluenza con il Bisagno. Vogliamo capire se questo è stato causato da una dinamica diversa di comportamento del torrente dopo la costruzione dell’enorme centro commerciale. Sappiamo che durante i lavori di sbancamento della collina sono stati intercettati e canalizzati diversi rivi di cui forse non si conosceva nemmeno la presenza e che abbiamo anche documentato con fotografie e video.
Il fenomeno del ruscellamento e dell’innalzamento del tirante idraulico ha portato conseguenze peggiorative all’imbocco del ponte stradale? Sono fantasiose ipotesi degli Amici di Ponte Carrega, ma a queste domande qualcuno prima o poi dovrà rispondere.
Non parliamo di scolmatori se non saremo in grado di garantirgli un buon funzionamento con la manutenzione dei versanti.
(In fondo articolo Corriere Mercantile del 16.11.2014)
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