Cara Coop Liguria, ti scrivo questa lettera perché ho letto nel giornale(1) che tu hai sottoscritto un accordo con la Regione Liguria e ufficialmente diventerai la mia maestra di scuola per insegnarmi il consumo consapevole e responsabile per non parlare delle buone pratiche di cittadinanza attiva.
Sono molto contento che si parli anche a scuola di queste cose perché questi valori sono anche i miei valori, quelli insegnati dal mio papà e dalla mia mamma.
Infatti i miei genitori di recente si sono iscritti a un gruppo di acquisto solidale (GAS) che si è costituito spontaneamente nel quartiere e si sono fatti anche un piccolo orto urbano con il quale condividono esperienze e i frutti del raccolto tra vicini di casa.
Da qualche tempo i miei genitori hanno smesso di frequentare i vicini centri commerciali, che portano anche il tuo nome, perché mi hanno spiegato che preferiscono incentivare il piccolo esercizio di vicinato piuttosto che i grandi gruppi di vendita.
Il piccolo negozio di vicinato aperto ravviva la vie del quartiere in cui vivo che diversamente sarebbe solo un dormitorio.
Di recente mio papà e mia mamma si sono iscritti a un’associazione nata per tutelare un ponte pedonale che porta il nome del mio quartiere.
I miei genitori si sono dovuti impegnare molto per salvare il ponte perché il Comune aveva previsto di abbatterlo per farci al suo posto un nuovo ponte stradale per le macchine.
Molti dicono che questo intervento, più che la messa in sicurezza idrogeologica, avrebbe agevolato i nuovi centri commerciali in costruzione, fra cui c’è anche il tuo.
Cara maestra Coop, tu che mi vuoi insegnare cosa è un comportamento etico e sostenibile, vorrei sapere perché proprio tu hai previsto di sottrarmi la gioia di vedere sorgere il sole dietro alla mia collina con la costruzione di un grande albergo alto oltre 30m quando il quartiere ti aveva proposto e mostrato come farlo diversamente.
Cara maestra, vorrei capire quali valori avresti la pretesa di insegnarmi se proprio tu mi farai perdere il senso e il valore del paesaggio nel quale tutti i giorni mi riconosco ogni volta che mi affaccio alla finestra della scuola vedendo il mio bel ponte, la Chiesa di San Michele e il verde della collina dove sorge la torretta di Quezzi.
Rivedere sorgere la bellezza nel mio quartiere è il desiderio del mio cuore, l’insegnamento che ti posso offrire.
Con affetto,
un tuo (prossimo) alunno
La foto mostra approssimativamente i profili del nuovo centro commerciale Coop nelle ex aree delle officine Guglielmetti con il profilo della torre alberghiera davanti alla chiesa di S. Michele, l’apertura della valle del Mermi, il borgo di Ponte Carrega. Il profilo rappresenta la perdita della vista del paesaggio visto dalla sponda destra del Bisagno nella vicinanze della scuola Mazzini Lucarno.
(1) – Articolo uscito sul secolo XIX – del 9.04.2015 – “Intesa fra Coop e Regione sulla didattica nelle aule”
13 Aprile 2015 alle 21:54
le parole sono pietre, diceva già Silvio Pellico.
e sono poesia dolceamara.