Riportando quanto detto dal neopresidente della Regione Marco Bucci in occasione della commemorazione dei morti dell’alluvione del 4 novembre 2011:

Io non ho ancora fatto una ricerca sulle cause di quanto accaduto a Valencia, ma sta di fatto che noi per prevenire disastri come quello dobbiamo individuare tutti i rischi idrogeologici”(…)”per quanto riguarda la nostra città, e soprattutto la Liguria, visto che ora mi occuperò di tutta la Liguria, faremo un’indagine operativa su quelli che sono i punti più critici, la Piana di Albenga, sicuramente, ad esempio, come ho già detto in campagna elettorale. Lavoreremo a valle dei fiumi ma soprattutto a monte per mettere in sicurezza i rivi minori“.

Ricordiamo all’ex Sindaco, ora neopresidente della Regione, che una precisa e puntuale mappatura di tutti i rischi idrogeologici, compresi i rischi frane e quelli di allagamento, sono già da tempo mappati e sono continuamente aggiornati dagli uffici tecnici regionali  http://www.pianidibacino.ambienteinliguria.it/Vincoloidrogeologico/#.

Ciò che una buona amministrazione dovrebbe fare è smettere di lanciare slogan in ogni momento e soprattutto smettere di derogare continuamente ai piani di bacino, come fatto dall’ex presidente Toti, di cui Bucci ha raccolto l’eredità politica, per lo skymetro della Val Bisagno.

Deve essere chiaro a tutti che i piani di bacino sono il primo strumento di contrasto al rischio idrogeologico.

Sostenere che la deroga al piano di bacino sia una buona pratica solo perché si sostiene che “i cittadini lo vogliono” non significa essere un buon governatore, semmai significa avere in sé i caratteri tipici del populista o del demagogo. Si definiscono così i governanti che agiscono in base alle richieste immediate della popolazione senza considerare le conseguenze a lungo termine delle proprie decisioni. “Chiediamo qui alla gente se lo skymetro interessa o no, dopo quarant’anni che nessuno ha fatto nulla qua, finalmente qualcuno fa qualcosa” 

Allo stesso modo dobbiamo ricordare all’ex Sindaco, ora neopresidente della Regione, che lo scolmatore del Bisagno è un’opera necessaria ma da sola non è sufficiente. A Valencia le grandi opere idrauliche sono state fatte dopo l’alluvione del1957: il corso del fiume Turia fu deviato di 12 km dal suo corso naturale ma questo non è bastato scongiurare una tragedia perché la mitigazione del rischio non significa rischio zero e un treno posto su un area che i tecnici hanno dichiarato inedificabile dovrebbe essere rispettata e non appositamente derogata: è’ una questione di coerenza.

Signor ex Sindaco, ora neopresidente della Regione, è Lei in grado di garantire che lo scolmatore sarà sufficiente a scongiurare una catastrofe tanto da continuare a derogare ai piani di inedificabilità del torrente Bisagno permettendo di mettere sull’alveo nascosto più di 200 piloni con sopra una ferrovia?

Le alluvioni ci sono sempre state, ma il cambiamento climatico aumenta la frequenza degli eventi pericolosi. Non costruire più sugli argini dei fiumi non è una pratica da ambientalisti estremisti, ma è quello che i tecnici del settore auspicano da tempo. La sua affermazione: “dire zero cemento è pura demagogia” riferita a certi ambientalisti è quanto mai inappropriato dato che sono le stesse Nazioni Unite che ci richiamano alla tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio, al riconoscimento del valore del capitale naturale e ci chiedono di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030. (https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/suolo/il-consumo-di-suolo/obiettivi-e-orientamenti-comunitari)

Abbiamo bisogno di obiettività e di competenze che vadano al di là di slogan e propaganda.

Gli eventi dell’Emilia, l’alluvione di Valencia, impongono una riflessione drastica sulle scelte e le strategie urbane delle nostre città, impongono giocoforza (e lo diciamo da più di dieci anni) di mettere al centro l’ambiente.