Genova, 6 febbraio 2014
Lotta al dissesto idrogeologico: no, non si fa così!
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici stronca in modo clamoroso lo scolmatore del Fereggiano. Lo stronca perché ci vuole troppo tempo per realizzarlo, i costi sono sottostimati, la copertura economica è molto carente, gli studi sono vecchi, non considerati gli impatti, non si è certi che intercetterà tutta l’acqua ed anzi c’è il rischio che vada a creare problemi da altre parti (vedi la falda di Terralba). In aggiunta, il CSLP stigmatizza anche la definizione di “primo lotto dello scolmatore del Bisagno” in quanto è lampante che con esso non c’entri nulla: insomma, un maldestro tentativo di gioco delle tre carte e così “fregare” i cittadini genovesi additando i dubbiosi come i soliti contestatori di professione.
Siamo alle solite: abbiamo dei gravi problemi e le soluzioni sono da apprendisti stregoni; ci attendiamo che qualche testa di alto livello cada, anche se la cifra di questa amministrazione è la mediocrità più assoluta e quindi siamo pressoché certi che la nostra sarà un’attesa vana.
Come insieme di associazioni e comitati, abbiamo cercato di indicare strade diverse con il nostro evento dello scorso 8 e 9 Novembre ed in particolare durante il convegno a Palazzo Ducale abbiamo proposto un’idea progettuale alternativa allo scolmatore del Fereggiano, bellamente accantonata dagli assessori presenti seppur ritenuta interessante da uno dei Professori intervenuti. L’assessore Garotta ha detto che si applicava il Piano di Bacino in quanto era il primo lotto dello scolmatore del Bisagno (sigh!) mentre l’assessore Crivello ha detto che c’erano da prendere i soldi del “Piano Città” grazie a questo (doppio sigh!) progetto definitivo.
Purtroppo sembra che l’assessore intenda andare avanti minimizzando la stroncatura e trincerandosi dietro il valore “solo” consultivo del parere. Ed il fatto che in sede di Conferenza dei Servizi non siano uscite fuori nuove spese ci lascia molto preoccupati visti i tanti aspetti non chiari di questo progetto.
Ma durante il convegno abbiamo proposto anche un metodo diverso rispetto a quello dell’apprendista stregone e cioè costruire collettivamente come comunità le soluzioni in modo partecipato. In altre parole, per la lotta al dissesto idrogeologico non servono leggi ad hoc che funzionano come una lotteria in cui si tirano fuori dai cassetti progetti pronti per ogni occasione.
Il rischio che si corre a replicare cose come il Piano Città è che si perda ancora più tempo; e menomale che il CSLP si è “accorto” che il progetto non andava perché altrimenti avremmo anche speso soldi vanamente.
Siamo dunque terrorizzati dalle affermazioni del Presidente Burlando quando dice di avere nei cassetti decine e decine di progetti già pronti in attesa di essere finanziati. Non è così che si fa, ogni progetto deve essere costruito insieme alla comunità di riferimento dove esperti, tecnici, amministratori e cittadini potranno esprimere e condividere le soluzioni, creando anche una forza sociale rilevante rispetto alla richiesta di finanziamento, diffondendo al tempo stesso la cultura della tutela del territorio.
Sapranno i nostri amministratori cambiare il loro modo di fare politica? Dubitiamo, sta a noi cittadini riprendere in mano il destino delle nostre vite e della nostra città.
WWF Genova
Associazione Amici di Ponte Carrega
Comitato Protezione Bosco Pelato
Associazione Vivere in Collina – Quezzi
Comitato NoCememntificazione Terralba-Genova
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