Tra le misure da mettere in pratica in ottica resiliente per ridurre il rischio idrogeologico e limitare i danni vi sono anche le misure di flood proofing. Scarsamente utilizzate in Italia, non agevolate dal punto di vista fiscale e misconosciute alle amministrazioni locali, le misure di flood proofing sono barriere mobili o strutturali che si azionano automaticamente in caso di allagamento. E’ l’evoluzione del sacchetto di sabbia e può contribuire, a seconda del tipo di barriera scelta a evitare allagamenti di negozi e abitazioni. La Associazione Amici di Ponte Carrega da quasi due anni porta avanti col Politecnico di Milano una collaborazione finalizzata alla promozione di questo tema e alla verificabilità di un utilizzo delle tecniche di flood proofing anche in ambiti territoriali più estesi rispetto al singolo negozio o cantina. Il Politecnico, cioè, sta facendo uno studio di prefattibilità per la installazione delle barriere in Piazza Adriatico e Pontecarrega, in modo da contribuire a superare una situazione di rischio che si protrae dal 1953 e che ha già visto numerose alluvioni e allagamenti.
Vorremmo capire, se i 112mila euro avanzati dagli oneri di urbanizzazione del progetto per il Bricoman e rientrati nella disponibilità pubblica, possano essere in parte utilizzati in questo modo e se, a seguito della attivazione di un percorso partecipato tra tutti gli abitanti del quartiere, questa possa essere una soluzione condivisa o meno.
Qui di seguito potete vedere un intervento del Prof. Rosso del Politecnico di Milano:
Qui accanto invece il trafiletto che Il Secolo XIX ha dedicato a questa collaborazione lo scorso 30 ottobre:
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